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Ars, via libera alle zone franche montane

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Via libera dall’Ars alle zone franche montane. E’ stata approvata dall’aula nel tardo pomeriggio di oggi la legge voto sull’istituzione delle agevolazioni fiscali per i comuni montani, alla presenza di una ventina di sindaci siciliani che hanno voluto seguire personalmente le operazioni di voto. La legge, che dovrà ora passare il vaglio nazionale, prevede esoneri finanziari per i comuni con meno di 15 mila abitanti e a 500 metri sul livello del mare che abbiano patito lo spolpolamento. Una riduzione dell’Imu per le nuove attività nei locali sfitti, esonero da contributi a scalare per le imprese, l’Iva agevolata, le agevolazioni per le startup, questo prevede la norma votata dall’aula siciliana: "Il parlamento della regione siciliana ha approvato la prima legge di prospettiva della sua storia. Attendavamo questo momento da 1706 giorni”, così ha salutato l’approvazione il coordinatore regionale del comitato delle Zfm, Vincenzo Lapunzina.  Una legge voto che però non avrà immediate ricadute sui territori perché dovrà adesso essere votata dal parlamento nazionale: “Ora il destino delle aree di montagna, per lo più dimenticate, è nelle mani dello Stato - ha continuato infatti Lapunzina - che dovrà indirizzare la commissione paritetica Stato/Regione, unico organismo istituzionalmente preposto a questo - a destinare una parte dei cespiti tributari maturati in Sicilia al finanziamento delle “aree Zfm”, che il presidente della Regione dovrà individuare entro i prossimi sei mesi. Abbiamo individuato quello dell’Iva all’importazione che per il 2018 ha maturato € 2.104.803.652,41. Allo Stato chiediamo di essere leale con la Sicilia, atteggiamento che in passato è mancato soprattutto nei confronti dei resilienti delle montagne dell’isola”.

“Oggi, dopo un percorso che abbiamo seguito con rigore e zelo e con spirito di collaborazione bipartisan, con l’approvazione della legge regionale sulle Zfm si dà una risposta concreta a circa 132 comuni montani dell’intera Sicilia”, così ha commentato l’approvazione della legge voto, il presidente della commissione Bilancio, Riccardo Savona, di Fi.

Soddisfatto del passaggio in aula anche il presidente della Regione, Nello Musumeci: «Si tratta di un importante strumento di crescita per le aree più interne dell'Isola, perché può creare favorevoli condizioni di sviluppo. Adesso, però, la partita si sposta a Roma, per cui dobbiamo fare pressione sul parlamento nazionale, affinché si arrivi al voto finale nel più breve tempo possibile».

«Abbiamo voluto con forza questa norma. Riguarda materie fiscali e quindi dovrà essere sostenuta anche dallo Stato, pertanto il nostro auspicio è che l'iter parlamentare proceda speditamente», ha aggiunto Alessandro Aricò, capogruppo di Diventerà bellissima.
Adesso, dunque, le sorti dello spopolamento nei comuni montani passa nelle mani del governo nazionale: “L’assemblea siciliana reclama così dallo Stato un’azione legislativa perché questi comuni ottengano l’esenzione di alcuni tributi per chi assume nuovo personale nelle imprese”, così spiegano in una nota i deputati regionali del Movimento 5 Stelle.

Una legge trasversale: “Un segno di accoglimento nei riguardi dei sindaci e di condivisione politica tra tutti i colleghi deputati – hanno continuato i Cinquestelle -. Una iniziativa doverosa verso quel popolo autentico dell’entroterra siciliano, sempre operoso nella storia, e che potrà continuare ad esserlo con questa legge che compensa le forti dinamiche sociali che hanno portato allo spopolamento e al trasferimento nelle fasce costiere, dando anche la spinta all’urbanizzazione nei grandi centri abitati”.

Un voto che ha visto d’accordo tutte le forze politiche, ma il Pd è molto critico: “Può essere un buon inizio ma adesso devono seguire i fatti – ha commentato Giuseppe Lupo, capogruppo del Pd all’Ars -. E siamo molto preoccupati perché mentre si parla di aiutare le zone montane, contemporaneamente il governo regionale ha deliberato di destinare ai comuni soltanto 50 milioni dei 115 previsti nella legge di bilancio e questo è un danno per i territori e in particolare per tutti i comuni della aree montane perché hanno bisogno di maggiori infrastrutture. Il governo non ha voluto esaminare il nostro ddl per le zone montane, perché mancava la copertura finanziaria, altrimenti avremmo potuto per alcuni interventi approvare una legge a sostegno dei comuni con risorse regionali”.

E contro la scopertura finanziaria punta il dito anche il collega di partito Anthony Barbagallo: “Oggi in aula è arrivata una 'legge voto', un ‘desiderio’ frutto della mancata copertura finanziaria da parte del governo regionale che preferisce dare priorità ad altri settori”.
“Non abbiamo fatto mancare il nostro appoggio al ddl in discussione, ma siamo consapevoli – ha sottolineato ancora Barbagallo – che gli interventi necessari per il sostegno ai comuni montani sono ben altri. Il Pd continuerà la sua battaglia per la montagna siciliana chiedendo che venga incardinato il nostro ddl”.

Adesso serve un atto di responsabilità nei confronti della Sicilia, sottolinea la capogruppo dell’Udc all’Ars, , Eleonora Lo Curto: "Questa legge non può e non deve restare solo un pio desiderio, per questo l'unanime apprezzamento delle forze politiche che oggi approveranno questa legge, senza divisione di parte, impone a chi governa e al parlamento nazionale un atto di responsabilità e di rispetto nei confronti della Sicilia".

La Sicilia, come tutto il Mezzogiorno, non “può più subire il vergognoso scippo di risorse da parte dello stato”, ha commentato anche il deputato regionale dell’Udc Danilo Lo Giudice, e sindaco del comune marittimo di Santa Teresa di Riva (Me). Che ha continuato: “Non vogliamo più andare a Roma col piattino in mano, queste risorse ci spettano perché le regole (mai rispettate) per la distribuzione delle stesse sono state definite con la legge 42 del 2009”.


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